22 maggio

abortoBuongiorno piazza, il 22 maggio 1978 è approvata in Italia la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza (legge n. 194/78) che consente alla donna, nei casi previsti dalla legge, di poter ricorrere alla Ivg in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza), nei primi 90 giorni di gestazione; tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere alla Ivg solo per motivi di natura terapeutica.

Nel 1975 il tema della regolamentazione dell’aborto riceveva l’attenzione dei mezzi di comunicazione, in particolare dopo l’arresto del segretario del Partito Radicale Gianfranco Spadaccia, della segretaria del Centro d’Informazione sulla Sterilizzazione e sull’Aborto (CISA) Adele Faccio e della militante radicale Emma Bonino, per aver praticato aborti, dopo essersi autodenunciati alle autorità di polizia (azione nonviolenta dei radicali); inoltre i giornali cominciarono a parlare di centinaia di donne morte a causa di aborti clandestini.  Il prologo della legge (art. 1), recita: “Lo Stato garantisce il diritto alla  procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”. Che la giornata sia, come dice la Consulta Bioetica: Il buon medico non obietta. Rispetta la scelta delle donne di interrompere la gravidanza; il buon medico non è quello che non pratica le interruzioni di gravidanze ma quello che sta vicino alla donna e non la lascia sola in un momento difficile.

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