23 maggio

BrunoBuongiorno piazza, Il 23 maggio è il giorno del conformismo del potere (della chiesa, dello stato, della mafia) che mostra il suo volto violento e vendicativo.

Nel 1592 Giordano Bruno viene arrestato a Venezia nella casa di Giovanni Mocenigo che lo aveva consegnato al tribunale dell’Inquisizione con una denuncia scritta, accusandolo di blasfemia, di disprezzare le religioni, di non credere nella Trinità divina e nella transustanziazione, di credere nell’eternità del mondo e nell’esistenza di mondi infiniti, di praticare arti magiche, di credere nella metempsicosi, di negare la verginità di Maria e le punizioni divine. Nel 1992 sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci e a pochi chilometri da Palermo, esplode una bomba mafiosa che causa la morte del magistrato antimafia Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e di tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco DicilloAntonio Montinaro. La mancanza di una sfera pubblica laica ha costretto Bruno a continue peregrinazioni, la mancanza di un chiaro intento dello stato ad opporsi alla mafia ha isolato e indebolito Falcone: la loro morte era soltanto una questione di tempo. Che la giornata sia in fondo al cratere di Capaci con in mano il libro di Giordano Bruno “Spaccio de la bestia trionfante” a meditare sulla mancanza di un’etica civile adeguata al nostro tempo e per costruire una nuova serie di valori cui l’uomo moderno possa e debba fare riferimento.

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